X-NATURE

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di Stefano di Lauro 8’,01’’ – Produzione ABAP 2008

Un conduttore televisivo (in realtà uno sfacciato divulgatore di regime) fornisce una versione edulcorata quanto demenziale degli squilibri dell’ecosistema: Perché cambiare l’Economia se è la natura a cambiare per prima? Se i gabbiani nidificano lontano dal mare e si nutrono in discarica non è un buon motivo per considerarli una “specie problematica”. Non esistono specie problematiche, ma solo modi problematici di intendere le specie…
Parodia della potenza dei media e della comunicazione artefatta, X NATURE è il format che probabilmente avrebbe appassionato il Dottor Stranamore.

  • Vincitore World Environment Day WED 2010 Università di Bari
  • Selezione Cinemambiente Film Festival Torino sezione Panorama Ottobre 2009
  • Selezione Passaggi d’Autore Sant’Antioco Settembre 2009
  • Vincitore International Festival PerSe Visioni – Polignano a mare Agosto 2009
English

An anchorman (in sooth, a brazen-faced spokesman of capitalist interests) tells his crazy version of the imbalances in the Ecosystem: Why change the Economy if nature changes first? So, the biodiversity question becomes a byword for narrow-mindedness. If seagulls nest and eat far from the sea this is not a good reason to consider them a problematic species. There are no problematic species, just a problematic way of thinking of the species…
A parody about media power and false information.        

X-GRAIN

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di Stefano di Lauro 23’,35’’ – Produzione ABAP 2011

Fra gli anni ’50 e gli anni ’70 del Novecento, l’ambizione a un uso pacifico dell’energia atomica ha impegnato vasti settori della ricerca scientifica internazionale. Ben prima della manipolazione genetica, dunque, molti alimenti sono stati modificati attraverso trattamenti chimici o per irraggiamento radioattivo. Da tale pratica sono “nate” oltre 2000 varietà agricole geneticamente modificate (cereali, frutta, ortaggi), molte delle quali sono a tutt’oggi cultivar di riferimento nell’agroalimentare, e nella quasi totalità dei casi, all’insaputa dei consumatori. Un eclatante caso italiano è rappresentato dal grano Creso, brevettato nel 1975 dal Comitato nazionale per l’energia nucleare (oggi ENEA). Questo frumento modificato per mutagenesi, così come altre varietà incrociate del Creso, sono oramai parte della nostra alimentazione quotidiana. Nelle direttive comunitarie che regolamentano l’immissione degli OGM, infatti, i prodotti modificati per mutagenesi (e non per manipolazione diretta compiuta in laboratorio) non sono riconosciuti, e dunque regolamentati, come Organismi Geneticamente Modificati, pur essendolo a tutti gli effetti. Ma la tenacia di alcuni piccoli coltivatori sta riportando alla ribalta i cosiddetti “cereali antichi”, cioè varietà della tradizione agraria che non hanno subito modificazioni artificiali.
Un documentario che non vuole scatenare battaglie in nome dell’OGM FREE , ma che rivendica a piena voce il diritto del consumatore ad essere informato.              

English

Between the 50s and 70s of the twentieth century, the ambition to use the atomic energy for peaceful practices has committed large sectors of international scientific research. Then, before the genetic manipulation, many foods have been modified through chemical treatments or radioactive radiation. From this practice more than 2000 crop varieties genetically modified (cereals, fruits, vegetables) are “born”, many of those are still referenced in food cultivars, and very often, consumers ignore it. A striking case is the Italian wheat Croesus, patented in 1975 by the National Committee for Nuclear Energy (now ENEA). This wheat modified for mutagenesis, as well as other crossbred varieties of Croesus, are now part of our daily diet. In the Community directives governing the release of GMOs, in fact, products that are modified by mutagenesis (and not for direct manipulation performed in the laboratory) are not recognized, and thus regulated, such as genetically modified organisms, also if they are indeed. But the persistence of some small farmers are bringing to the fore the so-called “ancient grain”, i.e. variety of agrarian tradition that has not undergone artificial modification. A documentary that doesn’t want to wage battles on behalf of GMO FREE, but which powerfully claims the consumer’s right to be informed.