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Cosa s’intende realizzare e perché?

L’intervento si propone per la reintroduzione e la rivalorizzazione della coltivazione della Canapa, realizzato nell’ottica di recupero sostenibile dei terreni agricoli altamente inquinati circostanti l’impianto siderurgico ILVA di Taranto, nonché della diffusione di consapevolezza della versatilità di questa pianta e dei suoi derivati, generando una “best practice”. Tra i possibili usi della Canapa (Cannabis sativa) vi è quello di poterla utilizzare per la bonifica dei suoli mediante una tecnica innovativa, eco-compatibile ed a basso costo chiamata phytoremediation. In linea molto generale tale tecnica prevede lo sfruttamento delle capacità proprie di alcuni vegetali di assorbire, degradare o stabilizzare gli inquinanti del suolo risanandolo e/o evitando l’inquinamento delle falde. La canapa si presta ad essere utilizzata nella bonifica dei terreni, in quanto è facilmente coltivabile, si adatta bene a molti tipi di terreni e di climi e produce un’alta biomassa utilizzabile nell’industria non alimentare. Per questo motivo negli ultimi anni sono partite numerose sperimentazioni al fine di saggiare la reale capacità “rimediatrice” della canapa industriale. Attualmente si hanno però solo dati sperimentali che incoraggiano l’uso della canapa per la bonifica di suoli contaminati da metalli pesanti. Sarebbe necessario allargare la sperimentazione per ottenere dati definitivi sul suo possibile impiego nel recupero di suoli contaminati sia da inquinanti inorganici (metalli pesanti) che organici. Inoltre, tenendo presente i numerosi usi non alimentari della canapa, la sperimentazione delle sue “potenzialità ambientali” potrebbe rendere produttiva almeno una parte dei terreni contaminati che oggi sono inutilizzati a causa del pesante inquinamento.

Il Fitorisanamento

II Fitorisanamento è la scienza ecologica che utilizza piante e alberi per rimuovere i metalli pesanti ed altre tossine dal suolo contaminato. Insediando piante ed alberi specifici, chiamati iper-accumulatori, in aree inquinate, i contaminanti possono essere ridotti notevolmente. Perché la Canapa è superiore ad altri phytoremediators? La Canapa cresce rapidamente, raggiungendo il pieno raccolto in soli 180 giorni e produce una sfera di radici che si estende nel terreno da 1,5 ad 2,5 metri. A quel livello, le tossine possono essere estratte senza la necessità di rimuovere il terreno contaminato dello strato superiore, evitando così la spesa di trasporto verso impianti di smaltimento fuori sede. Altri fattori che fanno della Canapa la migliore dei “rimediatori” sono la sua capacità di crescere non influenzata dalle tossine che accumula, il suo veloce tasso di assorbimento e la sua capacità di legare i contaminanti composti dell’aria e del suolo. La Canapa effettivamente rimuove CO2 dall’aria così come elimina i metalli pesanti ed altre sostanze inquinanti dal suolo.

Localizzazione dell’intervento

L’intervento prenderà vita nella Masseria del Carmine di Statte (TA), una realtà agricola ed agroalimentare pienamente funzionante fino agli anni in cui l’ILVA prese possesso dei terreni pertinenti e circostanti l’azienda, determinandone il ridimensionamento forzato prima e la definitiva ed obbligata riconversione in pensione per cavalli e azienda di sola produzione olivicola. Il nefasto impatto dell’impianto siderurgico sul territorio circostante, di fatto, impedisce qualsiasi altra attività colturale e zootecnica, tipica e tradizionalmente legata alla produzione e all’enogastronomia della terra ionica.